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  • Categoria dell'articolo:Narrativa / Opere
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Nel maggio del 1968 giunge nelle librerie, edito da Salvatore Fausto Flaccovio di Palermo, il romanzo “Il gufo reale” con prefazione di Giuseppe Fava.È la rappresentazione in chiave ironico-grottesca di un campione di vita civile e politica della Sicilia orientale, colta nel primo ventennio post-bellico tra il 1945 e il 1965. Vi si narra la vicenda di un rozzo individuo, Ruggero Targiassi, che si arricchisce con i contributi dello Stato e della Regione, elargiti alla sua azienda di salagioni del pesce, grazie a tutta una losca rete di “assistenza politica”. Ruggero Targiassi diviene ricco e potente e pur se notoriamente , corrotto e  incolto, viene candidato, dal partito di maggioranza nel quale milita, e trionfalmente eletto deputato al Parlamento nazionale. Giuseppe Fava ha scritto nella prefazione: “(…) Il nostro tempo c’è dentro, tutto, nel libro di Mario Grasso: l’astuzia, l’imbroglio, l’avidità, la capacità del dolore, l’ambizione incessante, la crudeltà morale, tutte le componenti del nostro modus esistenziale. (…) uno di quei libri che restano poi come documento di una generazione”. 

Da Realtà del Mezzogiorno (mensile di politica, economia e cultura), anno IX, N°, marzo 1969 (De Luca editore). “(…) Bisogna anzitutto riconoscere la felicità artistica con cui Mario Grasso costruisce i suoi personaggi, con cui è riuscito a dare corpo – o, direi meglio corpi – alle sue idee, non lasciate nel limbo delle elucubrazioni, ma inserite in un veloce ritmo narrativo (…) Ruggero è l’unico personaggio del romanzo che possa forse trovare una certa possibilità di riscatto se non altro nella positività puramente materiale del suo agire. Se troppo facilmente s’è lasciato corrompere è stato certo colpa della sua natura, disposta alla corruzione, ma anche responsabilità altrui, dei politici. E questi ultimi non hanno neppure le attenuanti dell’incultura e dell’animalesca spregiudicatezza che possono pure riferirsi a Ruggero; sono immersi fino al collo nel fango del loro tornacontismo, dell’ipocrisia, della corruzione (…)”. Salvatore Rossi

Da Il Meridionale, novembre 1968: “(…) Gli esponenti della fauna sottogovernativa si servono dell’utile idiota per realizzare i loro scopi. L’intrallazzo è possibile perché le mosse sono protette e le finalità salvano la faccia. Ruggero non ha il guizzo dell’arrivista; ma prima gli procurano gli artigli e poi la preda: non può perdonare. È ignorante, pavido, insicuro: ma era salatore di pesci e ora è commendatore; prima c’era la prospettiva di una esistenza piena di stenti, ora vive agiatamente. Perché avere tanti scrupoli? Più guazza nel compromesso e nell’illecito più prende quota nella considerazione del popolo, che alla fine lo porta al seggio parlamentare (…).” Antonio De AngelisBibliografia della critica per Il Gufo reale

  • Giuseppe Fava, prefazione a Il Gufo Reale (ed. S.F. Flaccovio, Palermo 1968)
  • Augusto Ajon, Il Gufo Reale, Il Gazzettino del Sud, giugno 1968
  • Giuseppe Contarino, Un uomo-uccello tra il bene e il male, La Sicilia, 27/06/1968
  • Salvatore Caruso, Il libro spietato di Mario Grasso, Espresso Sera, CT, 28/06/1968
  • Antonio De Angelis, Il Gufo Reale, Il Meridionale, ottobre 1968
  • Salvatore Butera, Il Gufo Reale, Il Mediterraneo, novembre 1968
  • Arnaldo Majorana, Il romanzo di M. Grasso, Telesud, 12/01/1969
  • Salvatore Rossi, Il Gufo Reale, Realtà del Mezzogiorno (ed. De Luca, Roma), marzo 1969